sabato 30 marzo 2013

NULLA ACCADE PER CASO

“NULLA ACCADE PER CASO”
di Vitantonio Giacomazzi

Part 1

In un giorno qualunque di inizio dicembre ’95 mi trovavo nel West Sussex per una serie di conferenze.
La sera dormivo in uno sperduto alberghetto di campagna, vicino ad una moderna costruzione che un mattino, libero da impegni, decisi di visitare.
Avvicinandomi, notai all’ingresso un grande cartello, “The Mill Studio”, che non mi faceva capire di cosa caspita  si trattasse, quando uno strambo giovanotto tarchiato, vestito in un altrettanto strambo vestito arancione, mi venne incontro e disse “Lei è fortunato, siamo chiusi da mesi ma questa mattina hanno deciso di riaprire, per un evento che qualcuno definisce a dir poco eccezionale …”.

Incuriosito mi avvicinai all’ingresso, ma una voce stentorea alle mie spalle mi apostrofò urlando “Permesso!!!” … mi girai e vidi un enorme facchino che trasportava la grancassa di una batteria con due inequivocabili scritte frontali, “Ludwig” e “The Beatles”…
… dietro di lui altri giungevano con sacche di varie dimensioni, che sicuramente contenevano altri strumenti musicali …

Mi accodai a questa strana processione ed entrai per ultimo, seguendoli sino ad una grande stanza dove fervivano i preparativi per un qualcosa che non riuscivo ad interpretare ed inquadrare …
Nessuno sembrava notare la mia presenza, mi appoggiai contro la parete dietro un pianoforte e continuai ad osservare il lavoro che procedeva febbrile.

Dopo pochi minuti, si aprì una porta laterale e con mia grande sorpresa entrò un ancora giovanile George Harrison …
… ci eravamo conosciuti pochi anni prima durante il ricevimento per la presentazione di una sua tournèe in Giappone, che io dovevo recensire per una nota rivista musicale, ed avevamo anche scambiato qualche parola davanti ad un paio di Campari shakerati, ma mai avrei pensato che George si ricordasse di me !!!
Invece mi venne incontro, mi strinse la mano e mi salutò calorosamente, come fossimo vecchi amici, chiese di scambiarci i numeri di telefono, poi girò i tacchi e si allontanò senza dire una parola … doveva raggiungere Paul e Ringo, che nel frattempo si erano materializzati di fianco ad un grande amplificatore.

Part 2

Improvvisamente sulla parete di fondo si accese un grande schermo, sul quale comparse il filmato di un John Lennon placidamente stravaccato su una poltrona, che strimpellando una vecchia chitarra cantava “Free as a bird, it’s the next best thing to be, free as a bird….”.
I tre Beatles superstiti ascoltavano attentamente, in piedi con le braccia conserte dietro un gigantesco mixer.
La musica sfumò, poi ancora John Lennon, questa volta ad un pianoforte, ripetè la stessa canzone … quando terminarono le note di questo secondo video, George & Paul imbracciarono i loro strumenti, Ringo si accomodò alla batteria … e i due video medesimi vennero ripetuti svariate e svariate volte con i 3 ex-ragazzi di Liverpool che vi suonavano e cantavano sopra …

Dopo 4 ore senza interruzioni un tecnico del suono gridò “Ok ragazzi abbiamo finito, si sbaracca!!!”, George venne a salutarmi e tutti abbandonammo lo studio.

Tornai in albergo, un po’ confuso, ero sicuro di avere già sentito quel brano meraviglioso su un bootleg che forse si chiamava “The Dakota Tapes” … ma ancora non capivo in che contesto mi ero trovato.

Part 3

Lo capii giorni più tardi … mancava pochissimo al Natale 1995, ero a Milano e stavo per  entrare in un negozio di dischi per cercare qualcosa dei Kinks o di Gerry & The Pacemakers … ma mi bloccai davanti ad un grande cartonato in grandezza naturale, che ritraeva George, Paul e Ringo e sotto di loro una grande scritta che  recitava “Il ritorno dei Beatles, da oggi in vendita il loro nuovo singolo Free As A Bird, con la partecipazione straordinaria di John Lennon!!!”.

Solo allora capii di essere stato il testimone totalmente inconsapevole della registrazione del nuovo singolo dei Fab4, che erano tornati ad incidere insieme 25 anni dopo lo scioglimento della band, utilizzando e sovraincidendo su vecchi nastri di una demo inedita  del povero John …

Tornai a casa e aprendo la porta sentii il telefono squillare, corsi a rispondere e udite udite, dall’altro parte del filo c’era nientepopodimeno che George Harrison … mi invitava al suo ricevimento di Capodanno in un noto locale londinese … naturalmente ci andai, e da quel giorno cominciai a frequentarlo con una certa assiduità, posso dire che diventammo veramente amici, a volte si univa a noi anche Paul … (Ringo no, era troppo impegnato a collaudare le sue nuove auto, che acquistava con frequenza quasi mensile…)

Tutto questo sino a maggio del 2001, quando George mi contattò per dirmi che si sarebbe assentato e non sarebbe stato raggiungibile per un paio di mesi … trascorsi i quali si fece risentire, fissandomi un appuntamento per il giorno dopo a Venezia.

Part 4

Ci incontrammo e notai subito che qualcosa non andava, George era più stanco del solito e parlava con voce bassa e affaticata, ma in un modo assai scanzonato che al momento mi tranquillizzò …
“Vitantonio” mi disse “mi spiace ma ho deciso di allontanarmi per un po’, non so quanto, dal mondo reale, voglio stare da solo in una località segreta per ritrovare la mia creatività, non cercarmi, lo farò io a tempo debito…”

Si allontanò velocemente senza salutare, poi si fermò, tornò verso di me, mi abbracciò e mi porse una copia del singolo “Free As A Bird” dicendo “Questa è la prima copia del disco, conservala con cura perché un giorno, al mio ritorno, te la richiederò” … tacque per qualche secondo, poi aggiunse “Ricordati, NULLA ACCADE PER CASO” e se ne andò definitivamente.

Part 5


Feci incorniciare il disco e lo appesi nel mio salotto, spesso lo osservavo dalla mia poltrona mentre studiavo … un giorno mi colse un desiderio irrefrenabile, lo tolsi dalla cornice e lo misi sul mio piatto Thorens per ascoltarlo, ma mentre mi accingevo a farlo fui interrotto dallo squillo del telefono …
… era Paul in lacrime che mi annunciava la scomparsa di George, spentosi nella notte  in un ospedale di Los Angeles per un tumore al cervello …

Quasi svenni per il dolore, la cornetta del telefono mi scivolò dalla mano, non ebbi neanche la forza di chiedere ulteriori spiegazioni a Paul e corsi fuori di casa … era fine novembre, nevicava, senza avere neanche indossato il cappotto ero fermo paralizzato davanti all’uscio, quando mi vennero in mente le ultime parole che George mi aveva recitato:

NULLA ACCADE PER CASO

NULLA ACCADE PER CASO

NULLA ACCADE PER CASO

…………..

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