Bene, bene, bene !!!
Finalmente i miei amici beatlesiani hanno deciso di iniziare a collaborare, per inserire sempre più contenuti in questo blog per noi irriducibili e nostalgici fans dei 4 favolosi ragazzi di Liverpool...
Oggi è il turno (e il debutto) di William Vetri, alter ego di John Lennon nella miglior Tribute Band dei Beatles in Italia, gli Shout !!!
"Quando i Beatles
scelsero di non fare più concerti dal vivo."
Il 1966 rappresenta per i Beatles una
fase di passaggio con scelte coraggiose da cui non torneranno mai più indietro.
Il 1965 era stato un anno prolifico pieno di concerti e soddisfazioni come l’onoreficenza
consegnata dalla Regina in persona il 26 ottobre. Help e Rubber Soul avevano
uno stacco solo di 4 mesi, ma quest’ultimo aveva delle sonorità completamente
nuove, mature ed evolute. Il 1966 porterà poi a Revolver, una sorta di
continuazione dell’album precedente, così come dichiarato successivamente da
George Martin nell’anthology, ma facilmente desumibile ascoltando i due album.
I 4 ragazzi si erano spinti oltre quello che in quegli anni era già stato
fatto, ed erano consapevoli dei limiti che rendevano demotivanti i live. Mentre
i quattro erano sul palco cercando di dare il meglio erano completamente
sovrastati da urla di ragazzine isteriche, e non solo il pubblico non sentiva
un gran che ma anche i quattro musicisti non sentivano nulla sul palco. Era
praticamente impossibile riprodurre i dischi dal vivo con i mezzi a
disposizione, la Vox dovette costruire dei potenti amplificatori da 100 watt
per “l’ultimo” tour. Inoltre non esistevano ancora i monitor che oggi aiutano i
musicisti a sentire meglio gli strumenti e le voci sul palco, tutte motivazioni
che porteranno all’ultima data dal vivo del 29 agosto del 1966. Chi avrebbe
scelto in quegli anni di non fare più concerti per dedicarsi agli album in
studio? Chi potrebbe andare contro i propri interessi? La risposta è nessuno
tranne i Beatles. Ecco perché fu una scelta coraggiosa. Ma se i Beatles non
avessero abbandonato i concerti live e la partecipazione ai programmi
televisivi, che li assorbivano tantissimo dal momento creativo, non avrebbero
potuto creare (probabilmente) album del calibro di Sgt. Peppers e Abbey Road.
William
Vetri
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