THE BEATLES
Stereo Box & Mono Box
2009 (Emi Music)
di Gianfranco Marmoro
Che al declino dell’industria discografica dovesse corrispondere anche il suo canto del cigno non era prevedibile, come non era nelle intenzioni degli ingegneri del suono e dei produttori coinvolti nel progetto realizzare il restauro definitivo della storia del rock.
Nonostante il revisionismo critico abbia tolto centralità al ruolo dei Beatles nell’evoluzione della musica rock, resta inconfutabile il loro ruolo fondamentale per l’ingresso della musica pop nella cultura contemporanea, per questo motivo la realizzazione dei due cofanetti del gruppo inglese è un evento da non ignorare.
Il protagonista principale di questa opera di restauro è Allan Rouse che da collaboratore del primo ingegnere del suono dei Beatles (Norman Smith) è passato al ruolo di tecnico operatore con Paul McCartney, per poi passare al setaccio l’opera dei gruppo di Liverpool al fine di trasferire il catalogo in formato digitale per un’archiviazione di tutta la loro produzione.
George Martin si è avvalso della sua esperienza nel coordinare la realizzazione di "Anthology, Live At The BBC", "Let It Be Naked" e tutte le altre ripubblicazioni dei Beatles o di John Lennon, la sua conoscenza di qualsiasi versione pubblicata e non delle canzoni dei Beatles supera di gran lunga anche quella degli stessi musicisti.
L’intenzione del progetto "Mono" e "Stereo Box" set era quella di realizzare un lavoro di restauro che fosse di riferimento per i prossimi anni, ben sette tecnici coinvolti, più di quattro anni di lavoro, ma soprattutto tanta passione, per restituire all’ascoltatore il suono originale degli album monofonici (per il "Mono box") o la perfezione delle attuali tecnologie (per lo "Stereo box") nel rispetto delle sonorità originali.
Ogni fase è stata sottoposta a prove di ascolto negli studi dove i Beatles erano soliti registrare, senza ignorare i nuovi mezzi di fruizione della musica (I-Pod,Mp3,…).
Nulla è stato modificato dai restauratori, solo rumori causali e piccoli errori ambientali sono stati corretti, sono stati eliminati cinque minuti su un totale di 525, e alla fine la doppia linea di recupero appaga un pubblico che vuole conservare e riascoltare quello che il gruppo ha realmente inciso all’epoca.
Alcune precisazioni vanno elencate per orientare il fruitore di questo progetto. I primi quattro album, “Please Please Me”, “With The Beatles”, “A Hard Day’s Night” e “Beatles For Sale”, godono per la prima volta della rimasterizzazione in stereo, nei primi due album si tratta di una semplice divisione sui due canali di strumenti e voci ma il suono più trascinante delle versioni stereo resta convincente al di là del valore storico delle versioni originali mono, intanto l’ingresso massivo della stereofonia era alle porte e quello che caratterizza le successive opere del gruppo è la sua capacità di venire incontro alla nuova tecnologia con risultati ancora sorprendenti.
La precisione storica ha caratterizzato ogni fase del restauro, infatti i produttori hanno dedicato almeno due settimane di tempo a ogni album, e la vera novità è rappresentata dal rifiuto di modificare i livelli sonori per ottenere sonorità più accattivanti ma meno naturali; l’incremento del volume segue la stessa scala di valori che caratterizzava i vecchi impianti hi-fi senza esasperazioni e forzature che aumentano il potere persuasivo ma modificano l’autenticità delle incisioni.
George Martin ha voluto che nel box stereo di “Help” e “Rubber Soul” si utilizzassero le sue versioni stereo del 1987 includendo le vecchie edizioni stereo nelle versioni mono dei due album. Il percorso dei due capolavori dei Beatles è così integralmente ricostruito, dando al pubblico più di un motivo di interesse. Quello che va sottolineato è che quando veniva realizzato il mix "Mono e Stereo" degli album, molto spesso alcune fasi e alcune soluzioni strumentali venivano modificate e per molti sarà curioso ascoltare suoni e partiture apparentemente inedite ma soltanto differenti da quelle più note. Infatti “Hey Bulldog” svela trame sotterranee, “The Long And Winding Road” sorprende per la vocalità di Paul McCartney, mai così intensa, in “Lucy In The Sky With Diamonds” gli strumenti suonano nitidi e definiti e “A Day In The Life” mostra un equilibrio timbrico mai percepito in passato.
Rispetto alle prime edizioni del 1987, tutto suona più dinamico e naturale, con un effetto ambientale che dona un inaspettato calore al suono dei cd. “Abbey Road” stordisce con le sue partiture strumentali, l’intero “Magical Mystery Tour” suona più incantevole e stuzzicante, molte tracce del doppio “The Beatles” hanno diversa struttura tra la Mono e la Stereo version, ma il vero trionfo è la cura delle voci dei Beatles, la presenza è quasi fisica, vi sembrerà di essere in studio con i fantastici quattro.
Preziose le due compilation di singoli non apparsi su album che compongono "Past Masters" e "Mono Masters", due piccoli scrigni di tesori.
Quello che differenzia questi due box da qualsiasi altra operazione similare è la manifesta volontà di restituire la musica nella sua realtà senza alterazioni tecnologiche. Per coloro che vogliono gustare la musica dei Beatles senza intenti storiografici, le versioni stereo rappresentano la giusta soluzione, molte delle canzoni che venivano considerate superiori nelle versione mono sono spesso più intense e naturali di quanto possiate pretendere, molte delle peculiarità strumentali sono molto più evidenti nelle versioni stereo, l’utilità delle versioni mono è imprescindibile solo per coloro che vogliono approfondire la genesi storica della loro musica.
La veste grafica molto curata rende il tutto attraente anche per le nuove generazioni che, eludendo le accuse dei revisionisti della storia del rock, sanno di dover volgere almeno una volta lo sguardo a chi è stato protagonista centrale della diffusione della musica rock.
Nonostante il revisionismo critico abbia tolto centralità al ruolo dei Beatles nell’evoluzione della musica rock, resta inconfutabile il loro ruolo fondamentale per l’ingresso della musica pop nella cultura contemporanea, per questo motivo la realizzazione dei due cofanetti del gruppo inglese è un evento da non ignorare.
Il protagonista principale di questa opera di restauro è Allan Rouse che da collaboratore del primo ingegnere del suono dei Beatles (Norman Smith) è passato al ruolo di tecnico operatore con Paul McCartney, per poi passare al setaccio l’opera dei gruppo di Liverpool al fine di trasferire il catalogo in formato digitale per un’archiviazione di tutta la loro produzione.
George Martin si è avvalso della sua esperienza nel coordinare la realizzazione di "Anthology, Live At The BBC", "Let It Be Naked" e tutte le altre ripubblicazioni dei Beatles o di John Lennon, la sua conoscenza di qualsiasi versione pubblicata e non delle canzoni dei Beatles supera di gran lunga anche quella degli stessi musicisti.
L’intenzione del progetto "Mono" e "Stereo Box" set era quella di realizzare un lavoro di restauro che fosse di riferimento per i prossimi anni, ben sette tecnici coinvolti, più di quattro anni di lavoro, ma soprattutto tanta passione, per restituire all’ascoltatore il suono originale degli album monofonici (per il "Mono box") o la perfezione delle attuali tecnologie (per lo "Stereo box") nel rispetto delle sonorità originali.
Ogni fase è stata sottoposta a prove di ascolto negli studi dove i Beatles erano soliti registrare, senza ignorare i nuovi mezzi di fruizione della musica (I-Pod,Mp3,…).
Nulla è stato modificato dai restauratori, solo rumori causali e piccoli errori ambientali sono stati corretti, sono stati eliminati cinque minuti su un totale di 525, e alla fine la doppia linea di recupero appaga un pubblico che vuole conservare e riascoltare quello che il gruppo ha realmente inciso all’epoca.
Alcune precisazioni vanno elencate per orientare il fruitore di questo progetto. I primi quattro album, “Please Please Me”, “With The Beatles”, “A Hard Day’s Night” e “Beatles For Sale”, godono per la prima volta della rimasterizzazione in stereo, nei primi due album si tratta di una semplice divisione sui due canali di strumenti e voci ma il suono più trascinante delle versioni stereo resta convincente al di là del valore storico delle versioni originali mono, intanto l’ingresso massivo della stereofonia era alle porte e quello che caratterizza le successive opere del gruppo è la sua capacità di venire incontro alla nuova tecnologia con risultati ancora sorprendenti.
La precisione storica ha caratterizzato ogni fase del restauro, infatti i produttori hanno dedicato almeno due settimane di tempo a ogni album, e la vera novità è rappresentata dal rifiuto di modificare i livelli sonori per ottenere sonorità più accattivanti ma meno naturali; l’incremento del volume segue la stessa scala di valori che caratterizzava i vecchi impianti hi-fi senza esasperazioni e forzature che aumentano il potere persuasivo ma modificano l’autenticità delle incisioni.
George Martin ha voluto che nel box stereo di “Help” e “Rubber Soul” si utilizzassero le sue versioni stereo del 1987 includendo le vecchie edizioni stereo nelle versioni mono dei due album. Il percorso dei due capolavori dei Beatles è così integralmente ricostruito, dando al pubblico più di un motivo di interesse. Quello che va sottolineato è che quando veniva realizzato il mix "Mono e Stereo" degli album, molto spesso alcune fasi e alcune soluzioni strumentali venivano modificate e per molti sarà curioso ascoltare suoni e partiture apparentemente inedite ma soltanto differenti da quelle più note. Infatti “Hey Bulldog” svela trame sotterranee, “The Long And Winding Road” sorprende per la vocalità di Paul McCartney, mai così intensa, in “Lucy In The Sky With Diamonds” gli strumenti suonano nitidi e definiti e “A Day In The Life” mostra un equilibrio timbrico mai percepito in passato.
Rispetto alle prime edizioni del 1987, tutto suona più dinamico e naturale, con un effetto ambientale che dona un inaspettato calore al suono dei cd. “Abbey Road” stordisce con le sue partiture strumentali, l’intero “Magical Mystery Tour” suona più incantevole e stuzzicante, molte tracce del doppio “The Beatles” hanno diversa struttura tra la Mono e la Stereo version, ma il vero trionfo è la cura delle voci dei Beatles, la presenza è quasi fisica, vi sembrerà di essere in studio con i fantastici quattro.
Preziose le due compilation di singoli non apparsi su album che compongono "Past Masters" e "Mono Masters", due piccoli scrigni di tesori.
Quello che differenzia questi due box da qualsiasi altra operazione similare è la manifesta volontà di restituire la musica nella sua realtà senza alterazioni tecnologiche. Per coloro che vogliono gustare la musica dei Beatles senza intenti storiografici, le versioni stereo rappresentano la giusta soluzione, molte delle canzoni che venivano considerate superiori nelle versione mono sono spesso più intense e naturali di quanto possiate pretendere, molte delle peculiarità strumentali sono molto più evidenti nelle versioni stereo, l’utilità delle versioni mono è imprescindibile solo per coloro che vogliono approfondire la genesi storica della loro musica.
La veste grafica molto curata rende il tutto attraente anche per le nuove generazioni che, eludendo le accuse dei revisionisti della storia del rock, sanno di dover volgere almeno una volta lo sguardo a chi è stato protagonista centrale della diffusione della musica rock.
(24/11/2009)
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